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SCHEDA INFORMATIVA A CURA DI ARCHEMAIL |
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Comune: | CAPUA (Ce) |
Sito archeologico: | Tempio di Diana Tifatina |
Ubicazione: | Località Sant'Angelo in Formis |
Ente di riferimento: | Soprintendenza Archeologica di Napoli |
Modalità di visita: | Liberamente visibili |
Cenni storici: |
Vedere la scheda generale |
Illustrazione del sito: | In corrispondenza della chiesa di S. Maria delle Monache di Capua moderna la strada conduce (4 km ca.) alla basilica di S.Angelo in Formis, ai piedi del Monte Tifata, che insiste sul tempio romano di Diana Tifatina. Il santuario antico ebbe molta rinomanza: iscrizioni latine ci testimoniano attività edilizie nel 135 e nel 99 a.C., mentre Silla, dopo la vittoria su Norbano proprio alle pendici del Tifata nell’83 a.C., volle rendere grazie alla dea che lo aveva protetto assegnando a Diana vasti possedimenti immobiliari e le fonti salutari di cui la zona era ricca. Ancora nel IV secolo d.C. il luogo sacro godeva di un certo prestigio e solo alla fine del VI secolo ad esso si sovrappose la basilica cristiana dedicata a S. Michele Arcangelo. Oggi la pianta del tempio è perfettamente ricostruibile grazie alla conservazione del pavimento che era a mosaico nella cella priva di adyton, e a canestro nella peristasi. Il pronao era molto profondo e nel suo pavimento si conservano i resti dell’iscrizione dedicatoria che ricorda rifacimenti del pavimento, delle colonne e di altre parti dell’edificio, voluti nel 74 a.C. da dieci magistri. La fronte era esastila, probabilmente sei colonne si trovavano anche sui lati lunghi; quelle attualmente riutilizzate nelle navate della chiesa appartengono a restauri di età imperiale o ad un altro edificio del santuario. Ben conservato al di sotto della chiesa e in parte coperto dalla scalinata d’ingresso è il podio del quale sono state identificate due fasi costruttive. Esso era stato realizzato tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C. in opera quadrata con blocchi di tufo grigio su uno sperone roccioso del monte Tifata. Al di sotto del pavimento comatesco della chiesa, un saggio di scavo del 1993 ha portato alla luce parte del lato di fondo del podio antico, con cinque filari di tufo grigio poggiati direttamente sulla roccia e uniti senza malta che si elevano per un’altezza massima di metri 2,20. Il muro è rivestito di intonaco liscio giallastro con una fascia scura lungo la parte alta e al di sopra una cornice di stucco liscia. La parte bassa modanata presenta uno zoccolo sormontato da una scozia. In età tardo-repubblicana il podio fu allungato di sei metri nella parte posteriore. In un altro saggio eseguito nella cripta centrale è un altro muro in opera incerta edificato direttamente sulla roccia. All’interno della chiesa sono state poste in luce tombe medievali scavate nei blocchi di tufo del podio antico. |
Situazione attuale: | Discreta |
IMMAGINI DEL SITO |
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