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SCHEDA INFORMATIVA A CURA DI ARCHEMAIL

Comune: CESINALI (Av)
Sito archeologico: Resti di acquedotto romano
Ubicazione: Nei pressi del fiume Sabato
Ente di riferimento: Soprintendenza Archeologica di Avellino
Modalità di visita: Liberamente visibile
Cenni storici: Sicuramente anche Cesinali, come tutti i piccoli paesi che oggi si trovano nei dintorni di Avellino, era formato in origine da piccole ville o fattorie romane. Con l'avvento dei Longobardi e della nuova Avellino, le fattorie romane si sono ingrandite per diventare "casali". Questo ingrandimento si deve anche all'arrivo in loco di cittadini di Abellinum, che a causa di eventi di guerra, politici e dell'insicurezza della vita in città, preferirono trasferirsi altrove. Verso la metà dell'ottocento, con la venuta dei Saraceni, di Abellinum non rimasero nemmeno le mura e gli abitanti della colonia imperiale si sparpagliarono sulle colline circostanti di Cesinali, Aiello e della nuova Avellino.
La presenza romana può essere testimoniata dalla storia di due antichi acquedotti, l'Acquedotto Sannitico e l'Acquedotto Augusteo, erroneamente detto per molti anni "Claudio”. La costruzione dell'acquedotto Sannitico si rese necessaria per l'insufficiente approvvigionamento idrico delle città di Abellinum e Beneventum; nascendo dalle sorgenti Urciuoli, in tenimento di Cesinali, costeggiava la riva destra del Sabato e continuava il suo percorso verso Abellinum, Pratola Serra, Altavilla Irpina, Ceppaloni e Chianche, per portare infine l'acqua nel castello acquaro di Beneventum. Di quest'opera pubblica non si conosce né il periodo, né l'autore. L'acquedotto Augusteo fu ideato e realizzato in funzione dell'approvvigionamento idrico della base navale del Miseno e della città di Cuma; esso nasceva dalle sorgenti Acquaro, attraversava le pendici dei monti di Cesinali e di Aiello, procedeva per Forino e, superando la montagna della Laura, entrava nella pianura di Sarno, quindi continuava per Casalnuovo, Ponti Rossi, Fuorigrotta, Agnano e Bagnoli per raggiungere infine la Grotta della Dragonara a Miseno. Di questo acquedotto, monumento dell'ingegneria militare romana, oggi rimangono i ruderi lungo tutto il suo iter. A Cesinali se ne può osservare ancora qualche traccia, a pochi metri dal fiume Sabato, dov'è visibile il profilo dell'antico canale.
I Romani, per spostarsi da Benevento a Nocera, seguivano un tracciato di un antico tratturo di epoca Sannitica, indicato dallo Scandone come "antiqua maiore" e dal Gambino "via nocerina", che da Benevento risalendo il fiume Sabato, giungeva ad Abellinum, e poi attraverso Cesinali, Tavernola, Aiello, Montoro e Salerno arrivava a Nocera.
Il sorgere delle chiese in tali località e l'incremento abitativo rafforza l'ipotesi che Cesinali e la sua frazione, Villa S. Nicola, siano di origine longobarda. Molto probabilmente una delle prime chiese intorno alla quale si sviluppò il paese fu quella di S. Gregorio sorta nell'omonima zona di Villa San Nicola e di cui, purtroppo, non si conserva alcun reperto storico. Cesinali, come Tavernola e Aiello del Sabato, fu "casale" del feudo di Atripalda dal quale dipese amministrativamente dalle origini fino alla fine del 1700, seguendone sempre le vicende storiche e feudali. Notizie storiche più sicure si incominciano a trovare intorno al 1595, quando per la prima volta, sotto gli stessi feudatari di Atripalda, Cesinali fu tassata per 124 fuochi ed ebbe una popolazione complessiva di 744 abitanti.
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Note:

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