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SCHEDA INFORMATIVA A CURA DI ARCHEMAIL

Comune: GIUGLIANO IN CAMPANIA (Na)
Sito archeologico: Area archeologica di Liternum
Ubicazione: L'area del foro è all'inizio della Circumvallazione Esterna, sulle rive del Lago Patria. I resti dell'anfiteatro sono lungo la stradina sulla sinistra della Domiziana dopo l'incrocio con la Circumvallazione Esterna, provenendo da Pozzuoli.
Ente di riferimento: Soprintendenza Archeologica di Napoli - Ufficio scavi di Cuma (Via Cuma n. 434 - tel.0818040830)
Modalità di visita: L'area del foro è visitabile rivolgendosi alla Pro Loco Litorale Domitio (www.prolocodomitia.eu). Lo scavo dell'anfiteatro, invece, è visibile solo dall'esterno del cancello che lo racchiude.
Cenni storici:

Il nome del paese è da collegarsi alla presenza nella zona di una villa di Giulio Cesare, intorno alla quale sarebbe stato poi costruito il villaggio. Un’altra tradizione, riportata da Tito Livio, fa risalire il toponimo alla parola latina Lilium (giglio) ad indicare la zona ricca di gigli in cui si sarebbero rifugiati gli abitanti di Cuma, scampati ad una invasione osco-sannita.Il ritrovamento di tombe del periodo osco-sannita testimonia come il territorio di Giugliano sia stato occupato dagli Osci nel V-IV secolo a.C. In possesso del duca di Napoli fino al VII secolo, il territorio andò gradualmente accrescendosi finché, nel 1270, fu diviso tra i Trotta e i Varavalla.

LITERNUM

Nel territorio a nord di Cuma, già frequentato in età preistorica e preromana da popolazioni indigene e di stirpe osco-sabellica, Liternum fu fondata nel 194 a.C., insieme a Puteoli e Volturnum, come colonia marittima presso la sponda sinistra del Lago Patria (la Literna Palus, citata nelle fonti letterarie, dove sfociava l’antico Clanis) ed assegnata a 300 veterani della seconda guerra punica, probabilmente appartenenti all’esercito di P. Cornelio Scipione l’Africano, che vi si rifugiò esule in una villa fortificata e, secondo la tradizione, vi fu sepolto. Al periodo della deduzione coloniale risalgono lo schema urbanistico e l’impianto originario del Foro, riportato in luce nel 1932, con i resti del Capitolium, della Basilica e del Teatro. La città ebbe il periodo di massimo sviluppo edilizio ed economico in epoca augustea e soprattutto tra la fine del I ed il II secolo d.C., dopo essere stata collegata con i centri della costa flegrea grazie alla via Domitiana, che attraversava l’area forense. Un progressivo abbandono, dovuto anche all’impaludamento della zona, portò ad una rapida decadenza della città a partire dalla tarda età imperiale. Esterni alla cinta muraria sono l’anfiteatro e l’area necropoli con sepolture soprattutto di epoca imperiale, entrambi oggetto di recenti indagini. Sempre nel corso di nuove campagne di scavo sistematiche sono stati esplorati settori dei quartieri abitativi e tratti della viabilità urbana, nonché, lungo la sponda sinistra del lago, un sacello circondato da un’area porticata, costruita su ambienti pertinenti ad un complesso termale e ad un quartiere artigianale, con resti di una fornace e di impianti da riferire forse alla produzione ceramica e ad una locale lavorazione del vetro.
Gli interessanti materiali rinvenuti saranno esposti nel futuro Museo inserito nel progetto di istituzione del parco archeologico e di recupero dell’area del Foro.

Illustrazione del sito: All'interno di un cancello, in un'area appositamente sistemata è visibile il Foro con i resti del Capitolium, della Basilica e del Teatro. All'esterno dell'area sono visibili i resti dell'anfiteatro e di alcune necropoli.
Situazione attuale: Precaria

IMMAGINI DEL SITO

Planimetria del foro

Anfiteatro

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