Cenni storici: |
Il territorio di
Montemiletto ha costituito di recente un’area di studi paletnologici che
hanno consentito il rilievo di tracce di gruppi umani preistorici: presso la
Cava di pietra Brogna negli anni 1976-77 è stato scoperto un giacimento
musteriano di prodotti litici risalente al Paleolitico medio. Montemiletto
non è una di quelle città nominate dagli storici nel periodo sannitico e
romano ma in base alla sua posizione tra le valli del Calore e del Sabato si
suppone che essa sia stata coinvolta dagli avvenimenti storici che si
verificarono in quel tempo nella parte meridionale della penisola ed in
particolare nei dintorni del paese. All’antichità sono ascrivibili i reperti
recuperati nelle località Caponi e San Giovanni: tombe sannitiche del tipo
“a tettoia” del IV secolo a.C. nella prima, reperti di epoca romana quali
tombe, muri, vasi, laterizi nella seconda mentre in paese sono visibili
ancora un sarcofago romano, utilizzato come vasca della fontana Francia, e
altri frammenti, tra cui un residuo di iscrizione, conservati presso il
convento domenicano. Infine, sotto un muro della corte del castello feudale
si nota un muro in opus latericium probabilmente di datazione romana. Il
paese fu forse una vedetta avanzata degli Irpini sulla valle del calore.
Pare che nel periodo tra la fine della seconda guerra punica (300 a.C.) e la
terza (256 a.C.) fosse sorto sul monte un castrum romano. Il suo territorio
fu in antichità un importante luogo di transito giacché vi passava la via
“antiqua” che congiungeva la via Campanina alla via Appia; una testimonianza
relativa è costituita dai resti in opus latericium di un imponente pilone di
un ponte posto sulla sinistra del fiume Calore. Il castello, simbolo del
paese, fu costruito verso la fine della dominazione longobarda, e dalla sua
disposizione se ne deduce che esso dovette costituire non solo un punto di
osservazione e di difesa ma anche il fulcro di un primo nucleo abitato
durante i secoli VI, VII, VIII. Dal X secolo in poi esiste tutta una
documentazione scritta che interessa, anche indirettamente,l’attuale area di
Montemiletto. Essa riguarda fondamentalmente la località Monte Aperto
(attuale frazione) ed atti di cessione o vendita di porzioni territoriali
con riferimento ai principi longobardi che governavano negli anni in parola. |
Illustrazione del sito: |
Il suo territorio è stato frequentato da
gruppi umani fin dalla preistoria e un giacimento di notevole importanza,
riferibile al Paleolitico medio, è stato scoperto negli anni Settanta presso
la Cava Brogna, su un crinale roccioso che domina la vallata del Calore e
quella del Sabato e separa i due bacini fluviali. Lavori eseguiti per
l’estrazione del materiale dalla cava hanno messo in luce un deposito
terroso stratificato, residuo del riempimento di una frattura beante che si
apre nei calcari dell’attuale piano di campagna di un piazzale al centro del
quale si trova isolato questo lembo terroso. Il deposito ha restituito resti
di fauna, caratterizzati da ossa di cervidi, di rinoceronti e di selvaggina,
ed una grande quantità di industria litica ascrivibile ad un Musteriano a
denticolati su scheggia piatta (36000-29000 a.C.), che si affermò durante il
periodo di glaciazione würmiana II-III. Si tratta di strumenti in selce a
grana fine ed in calcare siliceo con bulini, grattatoi, troncature, becchi
diritti su scheggia, punte a ritocco periferico e profondo, raschiatoi corti
a ritocco rettilineo, erti indifferenziati, denticolati, frammenti di
raschiatoio e pezzi scagliati. Numerosi i nuclei e le schegge di
lavorazione, di forma irregolare, che comprendono abbondanti manufatti non
ritoccati, mentre alcuni strumenti sono ottenuti con la tecnica
levalloisiana. La presenza di questa industria litica, raccolta in tutti i
livelli stratigrafici e omogenea nell’intera serie, fa quindi pensare ad una
frequentazione dell’area circostante il luogo della scoperta da parte di
cacciatori preistorici, che con molta probabilità scaricavano il materiale
litico all’interno della frattura beante che si apriva nei calcari
dell’attuale piano di campagna.
All’età eneolitica è attribuibile un insediamento capanicolo in località
Campomarino testimoniato dal ritrovamento di ceramica d’impasto bruno,
strumenti litici in ossidiana, intonaco con tracce di incannucciatura.
All’epoca romana si riferiscono invece diverse testimonianze archeologiche
rinvenute nelle località Caponi e S.Giovanni, mentre in paese sono visibili
ancora un sarcofago romano utilizzato come vasca della Fontana Francia, un
frammento di iscrizione latina di epoca imperiale nella parete esterna del
convento domenicano ed un blocco di calcare di forma triangolare con
iscrizione funeraria della stessa epoca situato vicino alla cisterna
centrale dello stesso monastero. Sempre in località Campomarino è attestata
la presenza di due unità abitative e di due necropoli di età tardo-romana:
dalla zona provengono lucerne, monete, balsamari ed una grande quantità di
frammenti di ceramica acroma e d’uso comune. Vi fu rinvenuta nel secolo
scorso anche l’iscrizione funeraria CIL, IX 2083 andata perduta. Un’altra
iscrizione sempre funeraria e di epoca romana è stata di recente rinvenuta
nella località Torricella. In località Bosco Lomba è stata di recente
scoperta una tomba a cappuccina di epoca imperiale (II-IV sec. d.C.), mentre
nella località S. Giovanni è segnalata la presenza di un’area di frammenti
fittili di epoca tardo-romana (IV-VI sec. d.C.). Nella frazione Monteaperto
si sono recuperati nei pressi del centro storico alcuni frammenti di
intonaco di capanna, di ceramiche d’impasto, mentre la presenza di tombe di
epoca sannitica da cui si sono recuperati in passato reperti ceramici a
vernice nera è attestata nella stessa zona, da dove. provengono, però, anche
reperti archeologici di epoca altomedievale, tra cui frammenti ceramici
decorati con bande rosse larghe. In località Cesura si sono recuperati
frammenti ceramici a vernice nera, mentre in località Valle un’area di
frammenti fittili, alcuni tratti murari e resti di dolia segnalano la
presenza di un insediamento rurale di epoca tardo-romana. Nelle località di
Casale S.Angelo e S.Nicola rinvenute tracce di un insediamento eneolitico
frequentato anche nell’età del Bronzo: vi si sono finora recuperati
frammenti d’impasto e strumenti litici in selce. Materiale ceramico sempre
riferibile all’età eneolitica sono stati recuperati anche in località
Carpino. |