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Si tratta del primo
lotto del realizzando Parco archeologico ambientale del Pausilypon, sulla
collina di Posillipo a Napoli. Il progetto prevede una collaborazione
pubblico-privato per la realizzazione di un percorso archeologico
comprendente la Grotta di Seiano, l'area della villa romana del Pausilypon
fra Trentaremi e la Gaiola, nonché i ruderi di Marechiaro. Inoltre dovrà
essere attivato un percorso ambientale con sentieri didattici nella Baia di
Trentaremi ed alla Gaiola. Attualmente la visita comprende un percorso di
circa 2 km che partendo dalla Discesa Coroglio, percorre la Grotta di Seiano
e giunge fino all'area dei teatri del Pausilypon.
Pausilypon è una parola greca che significa "luogo che fa cessare gli
affanni" e che, secondo la tradizione, venne dato alla collina di Posillipo
da Publio Vedio Pollione, il proprietario della lussuosissima villa che si
estendeva fra Coroglio e la Gaiola. Egli aveva combattuto durante le guerre
civili per Augusto col rango di cavaliere. Nonostante il titolo non glielo
consentisse, riuscì ugualmente ad ottenere una carica governativa nella
ricca provincia d'Asia con il compito, probabilmente, di riorganizzare il
sistema di tassazione. Questa occasione gli consentì di accumulare buona
parte delle sue ricchezze, derivate anche dai cospicui possedimenti terrieri
nel Beneventano. Gli storici antichi lo descrivevano come uomo vizioso e
crudele, ricordando tra l'altro la sua passione per le murene che allevava
con cura estrema in splendide peschiere. Cicerone, dopo averlo incontrato,
lo definì "l’uomo più iniquo che avesse conosciuto". Diversi sono gli
episodi scandalosi che si narrano di lui come quello del ritrovamento nel
suo bagaglio, finito in mani diverse per la morte della persona a cui era
stato affidato, di cinque medaglioni dipinti raffiguranti signore della
migliore società romana che gli avevano incautamente donato tali pegni
d'amore. In un'altra occasione si narra che, durante un incontro con Augusto
proprio nella villa del Pausilypon, uno schiavo aveva rotto un prezioso
calice e Pollione aveva ordinato di gettarlo in pasto alle murene allevate
nelle immense piscine della villa. Ma Augusto intervenne non solo salvando
la vita allo schiavo, ma facendo distruggere l'intera collezione di preziosi
vetri sotto gli occhi del padrone di casa. Questa cattiva, quanto
giustificata nomea indusse l’imperatore a prendere le dovute distanze da
Pollione, persino dopo la sua morte, avvenuta nel 15 a.C.. In questa
occasione Pollione lasciò tutti i suoi beni, compreso la villa del
Pausilypon, in eredità ad Augusto, con la clausola che gli venisse eretto un
monumento funerario. Augusto non solo non consentì su questo punto, ma anzi
fece radere al suolo il lussuoso palazzo sull’Esquilino ereditato da
Pollione, costruendovi al suo posto un edificio pubblico, il Portico di
Livia.
La grandiosa villa del Pausilypon copriva un’area di circa nove ettari
occupati da edifici, porticati, giardini, vigneti. Essa è il risultato della
costruzione di più edifici tra il periodo tardo-repubblicano (I sec a. C.)
sino all'epoca tardo-imperiale (IV sec. d. C.). La disposizione delle varie
strutture risulta sapientemente studiata così da sfruttare l’esposizione al
sole ed ai venti ed il godimento completo dei panorami. Al centro dell’area
era la parte residenziale del complesso intorno alla quale erano disposte
una serie di strutture monumentali, solo in parte identificate, quali il
grandioso teatro, l’odeion e le terme. L’importanza del complesso è
ravvisabile, oltre che dall’esistenza di un proprio porto ubicato
nell’insenatura della "Cala dei lampi", anche dalla creazione di proprie vie
di collegamento alla viabilità esistente. Difatti, per consentire un rapido
accesso alla zona, venne costruita la galleria conosciuta col fantasioso
nome di "Grotta di Seiano", che attraversava tutto il costone roccioso di
Coroglio. |