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SCHEDA INFORMATIVA A CURA DI ARCHEMAIL

Comune: NAPOLI (Na)
Sito archeologico: Tempio dei Dioscuri (Chiesa di San Paolo)
Ubicazione: Piazza San Gaetano
Ente di riferimento: Soprintendenza Archeologica di Napoli - Ufficio scavi di Napoli (tel. 081440166)
Modalità di visita: Liberamente visibile dall'esterno
Cenni storici:

Per la storia vedi la scheda su Partenope.

Illustrazione del sito:

Costruito nel I sec. d.C., fu trasformato in chiesa cristiana dedicata a San Paolo fra l'ottavo ed il nono secolo. A partire dal 1538 la chiesa venne completamente rifatta. Un'ulteriore distruzione di quanto rimasto dell'antico tempio romano, avvenne a seguito dei terremoti del 1636 e del 1688, che provocarono la caduta del frontone, andato cosi perduto.
Il tempio originario era lungo circa m.24 e largo 18 con sei colonne sulla facciata. Sul frontone era illustrata la scena di una parata: al centro dovevano essere le divinità a cui il tempio era dedicato (i Dioscuri e forse Partenope); ai lati figure mitologiche (tritoni), figure femminili ed alcune figure reclinate. Molte sono le interpretazioni di tale scena che qui, per ragioni di spazio. omettiamo. Sotto la scena era l'iscrizione dedicatoria: "Tiberio lulio Tarso fece ai Dioscuri ed alla città il tempio e le cose che sono nel tempio/ Pelagon liberto e procuratore dell'imperatore avendolo finito a sue spese lo dedicò". Chi fossero i due personaggi (Tiberio lulio Tarso e Pelagon) non è dato di sapere. Probabilmente si trattava di due liberti di Tiberio e questo permetterebbe di datare la costruzione del tempio a seguito del terremoto del 62 d.C. o addirittura successivamente all'eruzione del 79 d.C. Dall'iscrizione si apprende anche che il tempio era dedicato ai Dioscuri, il cui culto, molto antico, giunse in città da Cuma. Questo culto ebbe grossa importanza in età romana, a seguito dell'identificazione con i Dioscuri di tutte le coppie di prìncipi destinati alla successione. L'Adamo Muscettola ipotizza che il tempio fosse dedicato anche a Partenope, basandosi sulla traduzione della parola POLIS dell'iscrizione dedicatoria con "dea della città" ossia Partenope. Non era raro infatti che il dio o la dea sacri alla città venissero identificati con il termine "polis".
Dell'originario tempio restano oggi solo due colonne attiche con capitelli corinzi particolarmente ricchi nella facciata e alcuni muri in opera reticolata e laterizio.

Note:  

IMMAGINI DEL SITO

 

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