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Costruito nel I sec.
d.C., fu trasformato in chiesa cristiana dedicata a San Paolo fra l'ottavo
ed il nono secolo. A partire dal 1538 la chiesa venne completamente rifatta.
Un'ulteriore distruzione di quanto rimasto dell'antico tempio romano,
avvenne a seguito dei terremoti del 1636 e del 1688, che provocarono la
caduta del frontone, andato cosi perduto.
Il tempio originario era lungo circa m.24 e largo 18 con sei colonne sulla
facciata. Sul frontone era illustrata la scena di una parata: al centro
dovevano essere le divinità a cui il tempio era dedicato (i Dioscuri e forse
Partenope); ai lati figure mitologiche (tritoni), figure femminili ed alcune
figure reclinate. Molte sono le interpretazioni di tale scena che qui, per
ragioni di spazio. omettiamo. Sotto la scena era l'iscrizione dedicatoria:
"Tiberio lulio Tarso fece ai Dioscuri ed alla città il tempio e le cose che
sono nel tempio/ Pelagon liberto e procuratore dell'imperatore avendolo
finito a sue spese lo dedicò". Chi fossero i due personaggi (Tiberio lulio
Tarso e Pelagon) non è dato di sapere. Probabilmente si trattava di due
liberti di Tiberio e questo permetterebbe di datare la costruzione del
tempio a seguito del terremoto del 62 d.C. o addirittura successivamente
all'eruzione del 79 d.C. Dall'iscrizione si apprende anche che il tempio era
dedicato ai Dioscuri, il cui culto, molto antico, giunse in città da Cuma.
Questo culto ebbe grossa importanza in età romana, a seguito
dell'identificazione con i Dioscuri di tutte le coppie di prìncipi destinati
alla successione. L'Adamo Muscettola ipotizza che il tempio fosse dedicato
anche a Partenope, basandosi sulla traduzione della parola POLIS
dell'iscrizione dedicatoria con "dea della città" ossia Partenope. Non era
raro infatti che il dio o la dea sacri alla città venissero identificati con
il termine "polis".
Dell'originario tempio restano oggi solo due colonne attiche con capitelli
corinzi particolarmente ricchi nella facciata e alcuni muri in opera
reticolata e laterizio. |