Cenni storici: |
Il territorio nolano era
abitato già in epoca preistorica come dimostrano diversi ritrovamenti
archeologici. Il rinvenimento più importante è quello di un villaggio
dell'età del bronzo antico (XIX-XVII secolo a.C.) avvenuto casualmente nel
2000. Un vero e proprio abitato sorse nel VII sec. a.C. come testimoniano le
numerose necropoli scavate in zona. Il periodo di maggior splendore fu tra
il VI ed il V sec. a.C. Fu questo il momento storico in cui le comunità
indigene, rinfoltite da popolazioni sannitiche provenienti dalle montagne,
stimolate dalle culture più avanzate degli Etruschi e dei Greci con le quali
si integrarono, iniziarono un processo di aggregazione politica e culturale
che nel giro di pochi decenni portò loro a prendere il potere estendendo il
controllo su tutto il territorio campano. Probabilmente fu allora che la
città, precedentemente detta Hyria, ricevette il nome di "Novla", ovvero
"città nuova". Le monete, che nei primi decenni del IV sec. vennero coniate
contemporaneamente da Hyria e Nola, successivamente lo furono solo da Nola.
Per contrastare la discesa dei Sanniti dalle montagne, Nola si unì in
confederazione con la vicina Abella (Avella), potendo però contare
sull'appoggio dei Napoletani e sul porto di Pompei. In un tale clima,
generalizzato in tutta la regione, si inserì Roma, attratta dalle risorse
agricole e commerciali della Campania, che riuscì a perseguire i propri
interessi sfruttando abilmente i contrasti e le tensioni tra le classi
sociali che sempre più si andavano palesando nella regione.
Durante la seconda guerra sannitica Nola si oppose ai Romani, ma dopo un
assedio, si arrese nel 312 a.C., diventando da allora alleata di Roma.
Durante la seconda guerra punica gli attacchi che Annibale portò alla città
furono sempre respinti e Nola diventò una delle base operative dell'esercito
romano. Ribelle durante la guerra sociale, Nola nell'80 a.C. fu ripresa
definitivamente da Silla e da allora restò sempre nell'orbita di Roma, di
cui seguì storia e vicissitudini senza svolgere più alcun ruolo degno di
rilievo.
Nel 73 a.C. venne espugnata da Spartaco ed usata da questi come base
militare. Nel 14 d.C. vi morì l'imperatore Augusto come ci ricorda Tacito.
Dalla fine del I sec. d.C. Nola inizia una lenta decadenza, forse dovuta
all'impaludimento della zona e a disastrosi fenomeni sismici e vulcanici.
L'unica notizia degna di rilievo fu l'arrivo da Bordeaux in città nel 395
d.C. del nobile Ponzio Meropio Anicio Paolino, già console romano, e della
moglie Terasia. Presso il santuario di S. Felice a Cimitile, l'antico
Coemeterium nolano, Paolino organizza un'importante comunità religiosa.
Intorno al 410 Paolino diventa vescovo di Nola. Nello stesso periodo
cominciano le invasioni barbariche dell'Impero romano che non risparmiano
Nola. Furono i Goti prima ed i Vandali successivamente a saccheggiare la
città ed a costringere gli abitanti a rifugiarsi sulla collina di Cicala o
presso il Coemterium. |
Illustrazione del sito: |
La scoperta del villaggio del bronzo a
Nola è avvenuta mentre si stavano gettando le fondamenta per la costruzione
di un supermercato. Affiorarono i resti di diverse capanne e moltissimi
reperti ceramici. Il villaggio di Via Polveriera venne sigillato da
un'eruzione del Vesuvio avvenuta nel corso dell'età del Bronzo Antico, fra
il XIX ed il XVII secolo a.C. Gli scavi hanno messo in luce ben tre grosse
capanne orientate in direzione NO-SE, al margine di un'area nella quale
erano presenti una vasta aia, alcuni forni, una gabbia in argilla e legno
nella quale sono stati rinvenuti gli scheletri di 9 capre, tutte gravide. Vi
era poi una sorta di stalla dove trovavano posto altri animali, come
testimoniato dalle impronte degli zoccoli nel terreno.
Le capanne avevano una forma a ferro di cavallo con apertura al centro di
uno dei lati lunghi e struttura fatta di paletti di legno. L'interno era a
due navate. La capanna più lunga misura ben 15,60 x 4,60 m con un'altezza di
4,40 m. Le altre due capanne sono leggermente più piccole.
Nelle capanne sono stati ritrovati più di 200 vasi alcuni dei quali
contenevano cibo. Anche nei pressi del forno della capanna 4 sono stati
ritrovati piatti, tazze, e vasi, di cui uno ancora sulla soglia.
L'eccezionalità della scoperta sta anche nel fatto che, dopo la caduta di
pomici dovuta all'eruzione, l'area venne seppellita da uno strato di
fanghiglia cineritica che consolidò le strutture delle capanne,
conservandole in maniera eccezionale fino ad oggi. In questo modo è stato
possibile scavare per la prima volta delle capanne quasi integre verificando
anche l'organizzazione degli spazi sociali del villaggio. Un risultato
insomma molto simile a quello di Ercolano e Pompei, sebbene diversa sia
stata la modalità di seppellimento. Un caso unico, insomma, che fa del
villaggio di Nola una struttura senza eguali.
Gli scavi potrebbero fornire ancora interessanti dati. Al di sotto delle
capanne, un saggio effettuato ha mostrato la presenza del pavimento di una
struttura preesistente, rasa al suolo per costruire le nuove capanne. E poco
lontano da questo scavo, in località Masseria Rossa, è stato individuato un
altro abitato successivo a questo, probabilmente il risultato del ritorno
degli indigeni in queste zone dopo l'eruzione. |