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SCHEDA INFORMATIVA
A CURA DI ARCHEMAIL |
Comune: |
SAVIGNANO
IRPINO (Av) |
Sito archeologico: |
Tracce di
abitato preistorico, tracce di abitato sannitico |
Ubicazione: |
Località Monte
Castello e varie |
Ente di riferimento: |
Soprintendenza
Archeologica di Salerno |
Modalità di visita: |
Visibile
liberamente |
Cenni storici: |
Al paese di Savignano sono state
riconosciute origini antichissime. Il sito, infatti, tra i più estremi dell’Irpinia
e ai confini con la Puglia, si prestò favorevolmente al passaggio degli
antichi tracciati viari, tra cui il tratturo per Zungoli, braccio laterale
del Regio Tratturo Pescasseroli - Candela. Si ipotizza per il paese una
possibile fondazione sannita. Per gli scarsi ritrovamenti archeologici si è
ipotizzata una prima presenza umana sul territorio nel Paleolitico. Tra i
gruppi etnici che si sono susseguiti in quest’area i più noti furono gli
Japigi, gli Umbro- Sabelli, gli Enotri, gli Osci ed infine gli Irpini,
questi ultimi di origine sannita. Numerosi, inoltre, i reperti archeologici
presso le località Ferrara, Parco, Serra del Casale, Rasceta, Postarza,
Piano della Bella, Isca, Scampata, Cave e Sant’Angelo: uno di essi è una
iscrizione lapidaria che attesta l’esistenza, nel periodo romano, di un
fundus Sabinianus. La prima documentazione disponibile relativa a Savignano
risalirebbe al 702 o al 902 (per altri al 988). In essa viene riportata la
denominazione di castrum Sabiniani a proposito di una donazione del
villaggio fatta dai principi beneventani Pandolfo III e Landolfo VI a
Pondone, conte longobardo di Greci. |
Illustrazione del sito: |
Al Neolitico antico viene attribuito un
insediamento capannicolo localizzato nelle vicinanze di una cava di gesso
sul pendio del Monte Castello. Indagini preliminari hanno portato alla luce
tracce di una frequentaziione neolitica e favorito il recupero di frammenti
ceramici sia del tipo d’impasto grossolano con decorazioni impresse con
punzoni o digitalature sia del tipo d’impasto depurato decorato con motivi
geometrici incisi (correnti culturali del Guadone e Rendina). L’industria
litica è formata da lame, troncature e schegge in selce, elementi di
falcetto, tranchets campignani, lame e lamellle d’ossidiana provenienti da
Lipari o Palmarola, punteruoli in osso. Nella stessa località un’indagine
archeologica eseguita nel 1984 ha portato alla luce i livelli di
frequentazione del sito che vanno dalla fine del IX secolo al VII sec. a.C.
con ceramica protoiapigia e subgeometrica daunia. Dalle località Monte
S.Angelo e Fontana Mottola provengono un numero consistente di materiale del
IV sec. a.C. ed un’anfora d’impasto con corpo globoso e collo a fiasco
sottolineato da un cordoncino a rilievo decorato a tacche, anse a nastro
verticali impostate sulla spalla arrotondata e fondo indistinto leggermente
convesso di epoca eneolitica (cultura del Gaudo). Aree di frammenti fittili
sono state segnalate nelle località Ferrara, dove si sono recuperati anche
reperti del Bronzo antico, Iggisino, Parco, Serra di Casale, Rasceta,
Postarza, Piano della Bella, Isca, Scampata e Cave. |
Note: |
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IMMAGINI DEL SITO |
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