IL
VILLAGGIO PROTOSTORICO DI POGGIOMARINO
Le vicende di uno scavo lungo il
fiume Sarno
Lo scavo archeologico
non è in genere visitabile ma si può provare a richiedere il permesso di
visita alla Soprintendenza Archeologica di Pompei.
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LA
STORIA DEL RITROVAMENTO
Si stava costruendo il Bacino di Depurazione del fiume Sarno in
località Longola a Poggiomarino quando gli operai incapparono in alcuni
reperti archeologici. La Soprintendenza accorsa sul posto si è trovata
di fronte a testimonianze che hanno rivelato la presenza di un villaggio
palafitticolo con una continuità abitativa a partire da prima del XVI
sec. a.C. fino al VII sec. a.C. Una scoperta eccezionale per tanti
motivi.
Anzitutto il villaggio potrebbe essere stato l'antesignano di Pompei
poiché, dopo il suo abbandono, la popolazione si sarebbe diretta verso
l'area vesuviana. Ma è soprattutto la sua struttura che rende il sito
unico: le abitazioni sono infatti strutture palafitticole costruite su
isolette ricavate tra canali artificiali. In pratica una sorta di
"Venezia", in un luogo nel quale non ci aspettava di trovare nulla del
genere. Un capolavoro dell'ingegneria protostorica, visto che l'area era
paludosa e venne bonificata dagli indigeni grazie alla creazione di
canali ed isole. Il largo impiego di legno come materia prima è
testimoniato per la prima volta nell'Italia del Sud.
Dalle prime ipotesi sembrerebbe che il sito doveva essere un
importante centro di produzione e scambio di beni di prestigio visto che
in quasi tutte le abitazioni è stato rinvenuto un forno di fusione per
il bronzo. Insomma un centro industriale sulle rive del fiume Sarno.
Al momento non si sa quale potrà essere il futuro dello scavo.
L'unica certezza sembrerebbe la creazione di un Museo di Protostoria
voluto dalla Soprintendenza in cui esporre video, piante e foto dello
scavo dell'abitato che si estende per almeno 7 ettari, nonché l'enorme
numero di reperti finora venuti alla luce: oltre 500.000 reperti
ceramici, 80.000 reperti faunistici, centinaia di reperti in legno,
oltre 600 particolari di rilievi in bronzo, pasta vitrea, ambra, ferro,
piombo, osso e corno lavorato. Per la prima volta si sta scavando
un’area insediativa coeva alle tombe del ferro e dell’orientalizzante
della valle del Sarno (IX-VI sec. a.C.) e che colma la lacuna
conoscitiva tra le fasi iniziali dell’età del bronzo.
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07/06/2005
PRESENTATO IL PROGETTO DEL PARCO PER POGGIOMARINO
Per il Parco, che nascerà
proprio sull’area dove quattro anni fa si intercettò un giacimento
archeologico vasto circa sette ettari e contenente reperti
classificabili lungo un arco temporale di otto secoli: dal XV al VI
a.C., è stato previsto uno stanziamento ministeriale di 3 milioni di
Euro. Accanto, sarà realizzato un museo per la conservazione e tutela
dei reperti. Progetto e plastico sono stati presentati dal
Soprintendente archeologo di Pompei, Pietro Giovanni Guzzo. Ancora, sarà
costruita una strada di collegamento con il centro cittadino dal costo
di 700 mila euro, gia finanziato. Dello sviluppo sostenibile del sito,
stimato tra i più interessanti mai scoperti, si è discusso in una
tavola rotonda antimeridiana a cui hanno preso parte gli urbanisti,
Massimo Iovino e Claudio, Luongo, l’archeologo Salvatore Ciro Nappo,
l’ingegnere Losco, Professore di Storia e Pianificazione urbanistica
all’Università Federico II di Napoli. «Tuttavia – ha continuato il
Ministro – il mio impegno per questo Parco potrebbe non bastare, perciò
auspico un intervento corale con assunzione di responsabilità da parte
di tutti: cominciando dalla Regione, passando per la Provincia, per
giungere sino al comune. Continuando, magari, con una Fondazione, non
necessariamente simile in forma e sostanza a quella attivata per Torino.
Sarà un successo se questa struttura sarà sentita da tutti come una
cosa propria». «Noi, stiamo facendo degli esperimenti per creare musei
virtuali» ha poi aggiunto il responsabile dei Beni Culturali a
proposito dei prossimi impegni del suo Dicastero nel campo
dell’offerta ai fruitori «Pensate, vedere Pompei così com’era 2000
anni fa e confrontarla con quella attuale: si comprende molto di più»,
dichiarando quindi il suo impegno politico all’acquisizione «di
maggiori risorse finanziarie per la valorizzazione e la protezione dei
Beni Culturali italiani con la prossima Legge finanziaria. Credo che sia
necessario diffondere la consapevolezza del fatto che abbiamo una
grandissima responsabilità perché proprietari di uno straordinario
patrimonio culturale di cui dobbiamo avere cura».
27/12/2004
SOMMERSO DALLA PIOGGIA IL SITO ARCHEOLOGICO DI POGGIOMARINO
Il
maltempo non ha risparmiato il villaggio preistorico di Poggiomarino,
ubicato lungo il Sarno in località Longola. Lo scavo è stato
praticamente sommerso dall'acqua. Diversi sono i danni provocati anche
se occorrerà attendere alcuni giorni per capire l'entità
dell'accaduto.
22/10/2004
ECCO IL NUOVO SITO PREISTORICO LUNGO IL SARNO
I recenti scavi, eseguiti tra il 2002 e il 2004
dalla Soprintendenza Archeologica di Pompei (NA) e condotti dalle
archeologhe Caterina Cicirelli e Claude Albore Livadie in località
Longola di Poggiomarino (NA), hanno portato alla luce, come si sa, un
importantissimo insediamento protostorico abitato da una popolazione
indigena osca della piana del fiume Sarno, che Virgilio indica
nell’Eneide (VII, 738) col nome di ‘Sarrasti’. La scoperta è di
straordinario interesse, perché offre – come affermano, in una loro
recente Nota preliminare (in “La parola del passato”, f. II/2003, p.
89), le archeologhe scavatrici – l’occasione di indagare anche le fasi
storiche che precedono la fondazione di Pompei. Inoltre, essa è
senz’altro una prima ed indiscutibile conferma dell’ipotesi di Bruno
D’Agostino, l’archeologo che ha condotto, fin dal 1968, i primi scavi
scientifici delle tombe dell’età del Ferro, cosiddetta della “cultura
delle tombe a fossa”, di S. Valentino T. (SA) e S. Marzano (SA).
D’Agostino, in varie pubblicazioni, infatti, ha sempre sostenuto che
l’evidenza delle necropoli protostoriche dell’alta piana del Sarno
suggeriva l’esistenza di piccoli villaggi in pianura e a poca distanza
tra loro e non in zone alte ed asciutte, cioè a mezza costa dei Monti di
Sarno, come ha ipotizzato recentemente Marisa De’ Spagnolis (v. Pompei e
la valle del Sarno in epoca preromana..., Roma 2003, pp. 32 e 44-45).
Ora, un’ulteriore ed importante conferma della
struttura pagano-vicanica dei piccoli insediamenti oschi situati in
pianura lungo il fiume, viene dalla sicura esistenza, oltre a quello
suddetto della Longola, di un altro villaggio, finora sconosciuto e
rinvenuto dallo studioso sarnese Prof. Salvatore D'Angelo, più a monte,
in località Affrontata dello Specchio di Sarno (SA), cioè nella zona
estrema del territorio sarnese che si trova alla confluenza (‘affrontata’)
dei due rii, detti Foce e Palazzo, che formano, poi, il Sarno. La
scoperta di un abitato dell’età del Ferro all’Affrontata dello Specchio,
collegato alle grandi necropoli della piana sarnese, come si può
constatare da foto, disegni e studio di numerosi reperti, recuperati o
raccolti sul posto (e la cui pubblicazione è in corso di stampa), risale
all’estate del 1992, quando lo studioso recuperò due parti di corna di
cervo nobile (cervus elaphus) ed interessanti reperti fittili, databili
dal X al VI sec. a. C. Questi materiali archeologici erano venuti
fuori da recenti scavi di pozzi e dal tratto di rio Foce, che prima
della bonifica ottocentesca del Sarno non esisteva. Per questo anche
l’alveo fluviale di questa zona fa parte del sito da scavare per portare
alla luce il villaggio protourbano e perifluviale dell’Affrontata dello
Specchio di Sarno, segnalato adesso dal Prof. D'Angelo per la prima
volta. (Cfr. S.D’Angelo, “Uno sconosciuto insediamento protostorico
Affrontata dello Specchio di Sarno”, in “Rassegna Storica Salernitana”
XXI 2/2004 pp.9-19).
08/04/2004 UN ALTRO
SITO PREISTORICO LUNGO IL SARNO?
In un convegno sugli scavi del villaggio
protostorico di Poggiomarino tenutosi qualche giorno fa, lo studioso
sarnese Salvatore D'Angelo ha annunciato la scoperta di un nuovo sito
archeologico lungo il fiume Sarno, al confine tra Sarno, Striano e San
Valentino Torio. «L'insediamento abitativo della Longola, la Venezia
del Sarno, nel territorio di Poggiomarino - afferma il professor
D'Angelo - rivelatosi dallo scavo di un ambiente palustre artificiale
ottenuto con la formazione di alcuni isolotti tramite lavori di
bonifica di aree strappate all'impaludamento, potrebbe essere, secondo
le mie conoscenze di studioso locale e redattore della prima carta
archeologica della necropoli di Striano, una semplice appendice di un
abitato maggiore, una continuazione del villaggio protostorico di
Poggiomarino, situato in un'area più sicura e più naturale. É dal
1992 che ne sono a conoscenza e ne ho già parlato con l'archeologa
francese Claude Albore Livadie, della Sovrintendenza Archeologica di
Pompei». Lo studioso renderà noto al più presto, in un libro dato
alle stampe, questo nuovo sito che lui stesso definisce «legato,
senza alcun dubbio, ai secoli della protostoria campana, o meglio, ai
primi centri abitati della valle del Sarno».
Studioso attento e scrupoloso, il professor D'Angelo nel 1976 collaborò
con l'archeologo Bruno D'Agostino per l'apertura del museo
archeologico di Sarno e donò (unica donazione privata finora esposta
in una bacheca del museo) la sua raccolta di reperti archeologici di
Sarno, Striano, Paestum e Cerveteri. A lui si deve, negli anni
Settanta, il ritrovamento sulla collina del Saretto di una grossa
lapide romana, riportata dallo storico tedesco dell'800, Theodor
Mommsen, nel libro «Corpus Inscriptionum Latinarum», e ritenuta
distrutta. Grazie anche alle sue pubblicazioni e mostre (1977 e 1981)
sull'abbandono della necropoli di Striano, fu istituita la
Sovrintendenza Archeologica di Pompei (1982) e finalmente nel 1983 si
ebbe il primo scavo scientifico di questa necropoli dell'Età del
ferro.
27/03/2004
APPALTATI I LAVORI PER POGGIOMARINO
Sono stati appaltati i lavori per la realizzazione
del Parco archeologico preistorico di Poggiomarino il cui costo supera
di poco gli 1,5 milioni di euro. Finalmente, quindi, diventa realtà
la creazione del parco archeologico dopo gli straordinari
ritrovamenti fatti durante i lavori di realizzazione del depuratore
per il fiume Sarno. I resti archeologici si riferiscono ad un
insediamento su palafitte risalente a più di 3500 anni fa. Fu il
commissario straordinario per il disinquinamento del Sarno, generale
Roberto Jucci a decidere, insieme a tecnici del provveditorato alle
Opere pubbliche di Napoli, l’eliminazione dell’impianto di
Poggiomarino, attraverso alcune “piccole” variazioni da effettuare
sui depuratori di Scafati-Sant’Antonio Abate e Angri-Sant’Egidio
Monte Albino, attualmente in fase di realizzazione, al fine di mettere
in sintonia tutto il sistema depurativo. Il via libera alla soluzione
prospettata da Jucci è arrivato direttamente dal presidente del
Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi. Con l’affidamento dei
lavori si passa ora alla fase operativa degli scavi e della
realizzazione del Parco che nascerà intorno al fiume Sarno e che
potrebbe consentire all’intero comprensorio un salto di qualità
nell'ambito turistico, culturale e commerciale. E c’è già chi
pensa alla realizzazione di un itinerario storico-archeologico che
riprenda la strada che facevano gli antichi, collegando gli scavi di
Poggiomarino a San Marzano sul Sarno, a Pompei e Nocera Superiore.
08/03/2004
A "SECCO" IL VILLAGGIO DI POGGIOMARINO
Costerà due milioni e mezzo di euro, durerà sei
mesi e sarà uno scavo conoscitivo, l'intervento programmato dalla
Soprintendenza archeologica di Pompei per tirare a «secco» i tesori
della Protostoria campana e europea (1500 avanti Cristo) conservati
sotto una falda d'acqua, a otto metri di profondità, in località
Longola di Poggiomarino. Riprendono così, dopo quasi due anni di
stop, gli scavi nell'area che avrebbe dovuto ospitare uno dei quattro
impianti di depurazione del Medio Sarno. La costruzione della
struttura fu bloccata su decisione della Presidenza del Consiglio
proprio per salvare il più grande giacimento culturale della
preistoria nel mondo.
Gli scavi dovrebbero iniziare in questa settimana, anche se non si
esclude un rinvio di qualche giorno per motivi tecnici. Il perché
della brevità dei lavori, poi, viene spiegato dal manager degli Scavi
di Pompei, Giovanni Lombardi con una «obiettiva difficoltà della
Soprintendenza a fare con i propri fondi in bilancio, come è avvenuto
in questo caso, una campagna di scavo su un'area tanto estesa. Per
questo motivo, visto che esiste uno studio in atto in quanto sono
emersi importantissimi reperti, porteremo avanti e concluderemo solo
l'indagine su quello scavo». Come dire che se le istituzioni
regionali e nazionali affiancheranno Pompei, allora si potrebbe
pensare a interventi maggiormente estesi nel tempo e sul terreno.
Altrimenti, quando gli archeologi termineranno l'intervento sull'area
di 1600 metri quadrati sotto esame, si ribloccherà di nuovo tutto.
L'indagine che secondo gli esperti dovrà essere obbligatoriamente
conoscitiva - ma si salveranno gli elementi maggiormente significativi
che emergeranno dallo scavo - perché si sviluppa in ambiente umido,
pluristratificato e con torbe, servirà a dare risposte
sull'urbanizzazione della Campania di quell’epoca, sulla costruzione
delle case e sui materiali che quelle genti lavoravano. Inoltre,
permetterà di conoscere l'organizzazione politica e sociale del
territorio e il perché dell'abbandono dell'area tra il VI e il V
secolo a.C..
Insomma, in quello scavo sono nascoste tutte le problematiche della
preistoria e dell'inizio della storia classica sia campana che
italiana. Tra l'altro, le informazioni che si potranno ottenere
dall'analisi dei legni sveleranno i segreti dei cambiamenti climatici
e la loro influenza sull'antropizzazione del territorio.
Per l'area di Longola esiste anche una ipotesi di museo archeologico
della preistoria. L'iniziativa si inserisce in un più vasto piano che
prevede la nascita di un «parco archeologico fluviale della valle del
Sarno» a cui parteciperebbero cinque cittadine dell'area:
Poggiomarino, Terzigno, Striano, San Valentino Torio e San Marzano sul
Sarno. Il progetto vuole coniugare il turismo culturale con quello
ecologico e prevede una sorta di viaggio nel tempo, sfruttando la
rinavigabilità del Sarno, lungo un itinerario che tocchi le varie
epoche (Neolitico, Bronzo, Ferro, sino al periodo romano) emerse nel
corso degli scavi e testimoniate da reperti unici al mondo.
07/03/2004
UN PROGETTO PER POGGIOMARINO
In barca, sul Sarno dragato, depurato e reso nuovamente navigabile,
una passeggiata lunga 6000 anni. Un viaggio nel tempo e nella storia,
una suggestione che potrebbe non avere uguali nel mondo. Un itinerario
che, partendo dai ritrovamenti del periodo Neolitico passa per quelli
del Bronzo Antico di Sarno, del Bronzo Medio e Recente di Poggiomarino,
quelli dell’Età del Ferro di San Valentino Torio, di San Marzano e
Striano, del periodo Ellenistico (il teatro di Sarno) e di quello Romano
di Terzigno e Scafati, giunge fino a quelli Medioevali e oltre. Una
visita di una straordinaria valenza formativa per gli studenti in vista
dei quali potrebbero essere attrezzati proficui percorsi didattici, e
che potrebbe diventare attrattore di flussi turistici in grado di
costituire il volano per uno sviluppo sociale ed economico dell’intera
area. E’ questa la proposta che il Gruppo Archeologico “Terramare 3000”
ha presentato nel corso della prima del ciclo di conferenze sul tema “Un
Parco Archeologico Fluviale per la valle del Sarno”, organizzato in
collaborazione con il comune di Poggiomarino e le Soprintendenze ai beni
archeologici di Pompei, Salerno, Avellino e Benevento e con il
patrocinio della Regione Campania, delle Province di Napoli e Salerno e
dei comuni dell’area. All’incontro, svoltosi nel pomeriggio di ieri
nell’atrio della scuola elementare di via Roma, hanno partecipato, tra
gli altri, Caterina Cicirelli della Soprintendenza di Pompei e Claude
Albore Livadie del CNRS di Parigi, responsabili scientifiche dello
scavo, il consigliere regionale Andrea Cozzolino e l’assessore al
bilancio della Provincia di Napoli Guglielmo Allodi, il sindaco di
Poggiomarino Roberto Giugliano, il direttore nazionale dei Gruppi
Archeologici d’Italia Nunziante De Maio, Linda Solino direttrice di
Terramare 3000, Luigi Sorrentino del Gruppo Archeologico “Terra di
Palma”, politici ed amministratori di tutto il circondario. Il convegno
ha costituito l’occasione per fare, alla vigilia della ripresa dei
lavori, un primo bilancio degli scavi del villaggio protostorico
rinvenuto a Longola. Risultati straordinari: ad oggi, ed è stata
indagata solo una piccola parte dell’area, sono stati rinvenuti 500.000
reperti ceramici, 80.000 reperti faunistici, centinaia di reperti in
legno, più di 600 reperti di particolare rilievo in bronzo, pasta
vitrea, ambra, ferro, piombo, osso e corno lavorati. Ciliegina sulla
torta due canoe monossili lunghe 6 metri, testimonianza delle opere di
canalizzazione del fiume Sarno che i vecchi abitanti di Poggiomarino
avevano realizzato, dimostrando una padronanza di nozioni di ingegneria
idraulica impensabile per quel tempo. “Si tratta – ha dichiarato Linda
Solino a margine dell’incontro - di una delle scoperte più importanti
degli ultimi 50 anni. Il sito è stato abitato per quasi un millennio,
dal XV sec. al VI sec. a.C., un caso eccezionale nell’ambito della
protostoria europea, da conservare ai nostri figli ed alle generazioni
futuri”.“Quello che mi preme sottolineare – ha sottolineato il primo
cittadino, Roberto Giugliano – è che i cittadini stanno prendendo
coscienza dello straordinario patrimonio artistico e culturale,
confermato anche dall’attenzione e dall’interesse mostrato dai media di
tutto il mondo, emerso dal sottosuolo. E’ un patrimonio di eccezionale
valore che abbiamo, tutti insieme, cittadini e istituzioni, il dovere di
valorizzare”. “Il sostegno della Regione e della Provincia sarà totale”,
hanno assicurato Cozzolino e Allodi. “Già si è lavorato molto per
scongiurare il pericolo della cancellazione del sito, ma ancora di più
si farà ora che si tratterà di porre le basi per uno sviluppo duraturo
dell’area”.
24/11/2003
DEFINITIVAMENTE SALVO LO SCAVO DI POGGIOMARINO
Anche l'ultimo tassello per la salvezza del villaggio preistorico di
Poggiomarino è giunto a compimento. Sono stati infatti interrotti
definitivamente i lavori per la realizzazione del depuratore di
Poggiomarino, lavori che rischiavano di compromettere gli scavi
archeologici. La decisione è stata annunciata dal commissario delegato
dal governo all'emergenza Sarno, generale Roberto Jucci. Questa
decisione comporterà naturalmente delle varianti ai collettori originari
in quanto la mancata realizzazione dell'impianto di Poggiomarino implica
lo sversamento dei reflui di quell'area nei depuratori di Scafati e
Angri.
21/06/2003
E' DECISO: GLI SCAVI A POGGIOMARINO CONTINUERANNO
Ottime notizie per il sito preistorico di
Poggiomarino. Roberto Jucci, commissario delegato dalla presidenza del
Consiglio per il superamento dell'emergenza inquinamento del fiume Sarno,
ha deciso che il depuratore che blocca gli scavi del villaggio
preistorico non sarà costruito. Verranno invece incrementati gli scavi
per riportare alla luce l'intero sito e farne un parco archeologico. La
decisione verrà annunciata nel corso di un convegno che si terrà giovedì
a Solofra nel quale il Commissario illustrerà il piano per ripulire il
fiume Sarno in due anni e mezzo. La decisione dovrà ovviamente avere la
ratifica del Presidente del Consiglio Berlusconi, ma a suo favore si è
espresso anche l'ex direttore generale del Ministero dei Beni culturali
Francesco Sisinni, ora docente universitario ed esperto incaricato, il
quale ha escluso la possibilità che la costruzione del depuratore
potesse conciliarsi con gli scavi archeologici. Sembra così fatta per la
salvezza del sito di Poggiomarino, unico al mondo, per il quale avevano
lanciato appelli studiosi, archeologi, appassionati e cittadini.
03/09/2002
NULLA DI FATTO PER IL SITO DI POGGIOMARINO
Non si è giunti ad alcuna conclusione per quanto concerne lo scavo
del villaggio su palafitte del "Bronzo Medio" in località Longola a
Poggiomarino. Questo è quanto è emerso dall'incontro tenutosi tra i
responsabili dei vari ministeri interessati (Beni Culturali, Interni ed
Ambiente). Per ora i lavori del depuratore sono stati fermati a
ferragosto e non sono ripresi. Ma il problema è che esistono troppi
interessi in gioco e lo scavo archeologico, per alcuni, è soltanto "una
perdita di tempo". Per adesso si è rimandato tutto a fine mese ad una
riunione del Consiglio dei Ministri.
09/06/2002 IL SITO DI
POGGIOMARINO VERRA' SALVATO
Buone notizie per il sito archeologico protostorico di località
Longola a Poggiomarino. Il cantiere del depuratore del Medio Sarno e lo
scavo archeologico procederanno di pari passo, ma su due aree separate
fra loro. La decisione di salvare l'incredibile scoperta è giunta al
termine di una riunione alla quale hanno preso parte l'assessore
regionale ai beni culturali Marco Di Lello, il soprintendente archeologo
di Pompei Giovanni Guzzo, il responsabile della Prefettura per le opere
del Sarno Carlo Mormone, il sindaco di Poggiomarino Giuseppe Zampoli ed
i consiglieri regionali Gabriella Cundari e Andrea Cozzolino. Ma c'è di
più: i reperti, che al momento sono già in numero considerevole (oltre
mezzo milione di frammenti ceramici e circa centomila resti ossei di
animali, oltre a tantissimo materiale di altro genere), faranno parte di
un parco archeologico del Sarno, una sorta di museo delle civiltà che
hanno abitato lungo questo breve ma importantissimo corso d'acqua.
Continueranno pertanto gli scavi che adesso inizieranno ad andare ancora
più in profondità del livello attuale così da giungere allo strato
"vergine", cioé esente da reperti.
Un risultato importante, quindi, per una scoperta che dal punto di vista
storico, culturale e scientifico è stata capace di azzerare tutte le
ipotesi finora fatte sul territorio attraversato dal Sarno.
11/11/2000
ALLA LUCE UN ANTICHISSIMO VILLAGGIO LUNGO IL SARNO
Un rinvenimento fortuito è avvenuto durante uno sbancamento per la
costruzione di una vasca di depurazione, in località Longola. Durante
gli scavi sono venuti alla luce frammenti ceramici, pezzi di legno e di
ossa che hanno portato all'immediato arresto dei lavori. Gli esperti
della Soprintendenza, da un sommario esame del materiale rinvenuto,
hanno potuto accertare l'esistenza di un insediamento dell'età del
bronzo recente (1300-1250 a.C.). La scoperta riveste un'eccezionale
interesse sia per la datazione (in Campania è poco attestata la presenza
di villaggi del Bronzo recente) sia per l'estensione, davvero notevole,
dell'area.
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