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SCHEDA INFORMATIVA A CURA DI ARCHEMAIL

Comune: CAPRI e ANACAPRI (Na)
Sito archeologico: Altri resti antichi
Ubicazione: Grotta dell'Arsenale: nei pressi di Via Krupp; Grotta del Castiglione: via Castiglione; Grotta di Matermania: Via di Grotta di Matermania
Ente di riferimento: Soprintendenza Archeologica di Napoli e Caserta, Ufficio scavi Capri (via Certosa - tel. 0818370381)Archeologica di Napoli e Caserta
Modalità di visita: Le grotte sono liberamente visibili ma Grotta dell'Arsenale e Grotta del Castiglione sono difficilmente visitabili per le condizioni ambientali
Cenni storici:

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Illustrazione del sito: Grotta dell'Arsenale
La grotta, situata tra Marina Piccola e punta Tragara, è aperta sul mare dal quale aveva accesso grazie a un piano inclinato, che parte a pelo d’acqua. All’interno, intorno all’ampia cavità centrale, si aprono alcuni vani, di origine naturale ma con rivestimento, in parte conservato, in opera reticolata e laterizia e piano in cocciopesto, di età romana. Sulla parete sinistra del vano principale si aprono sei nicchie, altre sei dovevano essere sulla parete opposta, delle quali restano tre più una quarta in cattivo stato di conservazione. Interpretata quale luogo di riparazione delle navi della flotta romana, aveva, invece, la funzione di ninfeo a giudicare dai resti di pavimenti marmorei e di tessere musive colorate, depredati durante vecchi scavi. In seguito, fu usata come luogo di sepoltura, come indicherebbe il rinvenimento di un sarcofago marmoreo, e come arsenale nel Medioevo.

Grotta del Castiglione
La grotta, che si apre sulla ripida parete meridionale dell’omonimo colle, fu frequentata probabilmente già a partire dall’età neolitica, quando fu utilizzata come comodo e spazioso riparo, in posizione di controllo sul mare e sulla costa. In età romana divenne, invece, il ninfeo della soprastante villa: a tale periodo vanno riferiti i numerosi resti di strutture, tra cui una cisterna. In età medioevale, costituì il rifugio degli abitanti dell’isola durante le incursioni dei pirati: vi furono costruite opere di difesa e di avvistamento che, probabilmente, distrussero le costruzioni precedenti. Divenne proprietà di Giorgio Cerio, che fece abbattere le strutture medioevali, ripristinò la cisterna romana, vi costruì una casetta ed eseguì degli scavi, durante i quali rinvenne dei vasetti traforati, usati in età romana per la coltivazione dei fiori che adornavano la grotta-ninfeo.

Grotta di Matermania
La grotta, situata a mezza costa, fu rimaneggiata artificialmente in età romana, epoca alla quale risalgono le strutture murarie. L’interno della grotta è diviso in due ambienti, originariamente coperti con volta a botte, ora crollata: il vano più ampio termina, sul fondo della grotta, con un’abside formata da due podi sovrapposti, uno di forma semicircolare e, l’altro, posto a quota più alta, di forma ovale, entrambi ancora con tracce della decorazione pittorica; al centro dei due podi è presente una breve scala. Il vano più piccolo conserva tracce di intonaco e resti della copertura a volta. La grotta doveva essere decorata con mosaici in pasta vitrea, di cui restano pochissime tracce, e marmi. È decisamente da respingere ogni tentativo, fondato su arbitrarie e scorrette interpretazioni dell’oscuro toponimo Matermania, di riconoscere la grotta quale sede di un culto della Magna Mater Cibele o del dio Mithra. Più sicura appare l’ipotesi che si tratti di un ninfeo, così come altre grotte capresi.

Situazione attuale: Precarie

IMMAGINI DEL SITO

 

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