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SCHEDA INFORMATIVA A CURA DI ARCHEMAIL |
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Comune: | MONDRAGONE (Ce) |
Sito archeologico: | Resti di ville romane |
Ubicazione: | Via Incaldana e nei pressi del cimitero |
Ente di riferimento: | Soprintendenza Archeologica di Napoli e Caserta - ufficio archeologico di Mondragone |
Modalità di visita: | Visibile con difficoltà in parte in proprietà privata |
Cenni storici: |
Vedi la scheda su Sinuessa. |
Illustrazione del sito: |
Nell’area indicata, raggiungibile dal miliario CIX dell’Appia (imboccando un strada vicinale che si inoltra fino al Monte S.Anna), si conservano i resti di tre semicolonne in laterizio, in parte rivestite di cocciopesto, una serie di pilastri e un muro in opus incertum costruito con scapoli di calcare (messi in opera in modo molto rozzo), riferibile ad un criptoportico lungo il quale si aprono alle estremità due ingressi (attualmente impraticabili). Le tre semicolonne sono invece riferibili ad una cisterna di grandi dimensioni costruita a monte del criptoportico in epoca imperiale. Il complesso è stato edificato intorno al II sec. a.C., epoca a cui risale il criptoportico in opus incertum, al quale una cisterna in opera laterizia è stata aggiunta in età imperiale. La villa rustica di produzione viene abbandonata nel corso del III secolo d.C. Nei pressi della cappella di San Rocco si rilevano i resti di un'altra villa organizzata su due livelli. Di quello superiore, che fiancheggia la via Appia, sono visibili le tracce di una pavimentazione in opus spicatum relativa ad un ambiente che doveva aprirsi sull’Appia. Al livello inferiore sono riconoscibili un muro di terrazzamento in opera incerta sopra il quale è stata costruita in età moderna la masseria e numerosi ambienti a pianta rettangolare con volte a botte: due di essi, rivestiti di cocciopesto, dovevano fungere da cisterne, mentre altri due sono stati trasformati in cappella e dedicati al culto di S.Rocco. I piani pavimentali, interrati, non sono visibili. Il muro di terrazzamento della villa, visibile per una lunghezza massima di m 60, presenta tracce di rinforzo lungo tutta la parete. I frammenti ceramici rinvenuti in superficie e la tecnica edilizia utilizzata lasciano pensare che la villa sia stata edificata alla fine del II secolo a.C. per essere abbandonata definitivamente intorno alla metà del II secolo d.C. Poco lontano sono strutture di un'altra villa, ricoperte da una fitta vegetazione, sono state di recente messe in luce parzialmente da un incendio. Si distinguono, oltre agli ingressi di due criptoportici, posti a quota inferiore rispetto all’attuale piano di campagna, un muro in opera incerta di un ambiente a pianta rettangolare di m 9,50 x 8 alto m 1,30, dotato di lucernari e di un accesso sul lato nord-est, appartenente ad un complesso di criptoportici. All’impianto romano si sono sovrapposte strutture medievali. L’area ha restituito una notevole quantità di materiali ceramici tra cui frammenti di ceramica a vernice nera, di anfore, di sigillata italica e ceramica africana da cucina, di invetriata, insieme a frammenti di intonaco, a tessere musive e ad un rocchio di colonna. La villa, costruita nella seconda metà del II secolo a.C. sembra essere stata utilizzata senza soluzione di continuità fino all’età altomedievale. Il luogo è noto anche per il rinvenimento nel 1911 della statua acefala in marmo nota come “Venere di Sinuessa” oggi al Museo Nazionale di Napoli. Nei pressi del cimitero si rilevano i resti di una imponente villa rustica in opera incerta organizzata in molteplici corpi di fabbrica distribuiti a quote diverse (riferibile forse al pagus Sarclanus indicato dalle iscrizioni), di cui quello più considerevole occupa una superficie di circa 1400 metri quadrati. Il complesso è attraversato da una strada moderna che separa le strutture più antiche in opera incerta, poste a monte, da un muro di terrazzamento in opera laterizia appartenente ad una fase più tarda della villa, che viene frequentata quindi dal I secolo a.C. al III d.C. circa. Il criptoportico, parzialmente ipogeo, si presenta come un podio di grandi dimensioni, a pianta quasi rettangolare e si articola su tre bracci all’interno dei quali si sviluppa la pars rustica della villa. Dal braccio più lungo si accede ad una cisterna lunga 14 metri, che conserva integralmente il rivestimento in cocciopesto e, su una parete, i resti di un filtro per la depurazione delle acque. Sul lato nord del criptoportico sono vari ambienti ipogei a pianta rettangolare voltati a botte di diverse dimensioni, tra quali spicca un nucleo di ambienti composti da un vano centrale e da due navate laterali più strette collegati alla navata centrale da tre aperture su ogni lato. |
Situazione attuale: | Precario |
IMMAGINI DEL SITO |
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