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Il più antico anfiteatro di Puteoli fu
riportato in luce, ma anche sventrato nel senso dell'asse minore, nel 1915,
durante i lavori per la linea ferroviaria <<direttissima>> Roma-Napoli. Le
superstiti strutture dell'impianto sono sparse tra poderi e parchi
residenziali privati (accessibili dalla parallela via Solfatara), e solo la
fotografia aerea ne consente una lettura d'insieme.
L'edificio si adeguava alla pianificazione urbanistica della zona, con un
preciso allineamento del suo asse maggiore alle percorrenze urbane dirette
verso l'area forense, quali l'attuale via Vigna.
L'anfiteatro stesso, pur essendo ai margini dell'abitato urbano, com'era
norma per edifici pubblici che comportavano afflusso e deflusso massicci di
pubblico, distava pochissimo dal foro. Il rapporto reciproco tra queste due
aree di grande interesse pubblico, e tra loro e il sistema viario, rivela
una visione urbanistica lucida e razionale, risalente al I secolo a.C.,
quando l'attenzione del governo centrale di Roma si volge decisamente verso
la vecchia colonia marittima, pronta ormai a diventare uno dei principali
centri dell'Impero Romano.
Superato il ponte della ferrovia, si nota a destra una collinetta: si tratta
dell'enorme massa di terreno che ha completamente riempito l'arena e la
cavea dell'anfiteatro, in questo punto quasi distrutte da moderni
sbancamenti.
Il livello originario dell'arena coincide con quello attuale di via Vigna,
da cui sono visibili solo i resti di un poderoso muro, esterno al circuito
dell'edificio e la cui funzione non è ben chiara (forse strutture di
servizio dell'anfiteatro); alla sommità dello strato di interro, al di là
del ponte della ferrovia, è chiaramente visibile un tratto del corridoio
voltato che disimpegnava l'anello superiore della cavea.
L'anfiteatro era adagiato lungo il pendio della collina nel senso dell'asse
maggiore, parallelo alle attuali vie Solfatara e Vigna. In questo modo, il
pendio serviva da terrapieno naturale per appoggiarvi le gradinate, poste su
arcate cieche gettate in cavo di terra (visibili, in particolare, da via
Solfatara), il che limitava al massimo le strutture murarie.
Costruito nella prima metà del I sec. a.C., con tre ordini di posti (ima,
media, e summa cavea), fu ampliato in età cesariana o protoaugustea con la
creazione del corridoio anulare in summa cavea ancor oggi visibile.
L'edificio, di medie dimensioni (m. 139 x 104) come quello di Pompei, era
tanto frequentato da creare problemi di ordine pubblico, disciplinati
dall'intervento dello stesso Augusto. Anche a queste esigenze è legata la
costruzione dell'anfiteatro maggiore, di epoca neroniana, dopo la quale
l'impianto più antico continuò a funzionare.
L'esistenza e il funzionamento contemporanei di due anfiteatri è un fatto
fuori dal comune nelle città romane, e testimonia ulteriormente la grande
importanza di Puteoli nel mondo antico. |