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SCHEDA INFORMATIVA A CURA DI ARCHEMAIL

Comune: POZZUOLI (Na)
Sito archeologico: Foro romano e Villa Avellino (Cisterne romane)
Ubicazione: Via Carmine
Ente di riferimento: Soprintendenza Archeologica di Napoli e Caserta
Modalità di visita: Del foro restano pochi resti in alcuni negozi della strada, Cento Camerelle è visibile in Villa Avellino, Piscina Lusciano non è visitabile
Cenni storici:

Vedi scheda Anfiteatro Flavio.

Illustrazione del sito:

In età augustea, l'espansione dell'area urbana di Puteoli verso la zona alta determinò la creazione di un nuovo foro, più adeguato all'importanza della città rispetto a quello originario sul Rione Terra. Posto su una terrazza dalla quale dominava il golfo, esso era disimpegnato da due assi viari ortogonali (di uno di essi si vedono ancora alcuni basoli in Villa Renda; altri sono stati ritrovati di recente lungo via Rosini) che lo collegavano da un lato all'acropoli e dall'altro alla viabilità extraurbana.
Importanti edifici pubblici gravitavano intorno all'area forense. Qui, ad esempio, era probabilmente la sede cultuale del Collegio degli Augustali della colonia, del quale si ha notizia da fonti epigrafiche, mentre alcune iscrizioni menzionano una Basilica Augusti Anniana (forse da identificare con la Basilica Alexandriana già nota da un'altra epigrafe). Altre informazioni ci giungono dalle cosiddette tavolette di Murecine, tavolette cerate di età giulio-claudia rinvenute nell'agro pompeiano, ma relative a Puteoli. Esse indicano esplicitamente in foro edifici come la porticus Augusti Sextiana, un chalcidicum Caesonianum, un Chalcidicum Octavianum, un chalcidicum e un'Ara Augusti Hordioniana, cui davano nome illustri famiglie puteolane che ne avevano finanziato la costruzione. Il foro era inoltre arricchito da numerose statue; ce ne sono pervenute alcune basi, per lo più del periodo tardo imperiale (IV sec. d.C.) con la dedica a personaggi illustri o benemeriti verso la cittadinanza. Del foro non sussiste più nulla in quanto il moderno Istituto <<Maria Immacolata>> ha coperto ogni traccia delle antiche strutture. Durante la costruzione di questo edificio sono stati recuperati numerosi reperti (frammenti architettonici e scultorei, epigrafi), e sono venuti alla luce i resti di edifici e monumenti databili fino al basso impero; fra questi, quelli di una fontana-ninfeo a esedra, adorna di marmi e colonne, risalente alla metà del II sec. d.C., e di due basi equestri in seguito dedicate all'imperatore Costantino e a suo figlio Crispo (ora nel Lapidario dell'Anfiteatro maggiore).
Entrati in Villa Avellino, sulla destra si notano, dopo pochi metri, una serie di ambienti paralleli a via del Carmine, poco al di sotto del livello stradale.
Il più significativo è quello posto più lontano dall'ingresso, una grossa cisterna (m. 50 x m. 20), che, per la sua suddivisione in numerosi compartimenti comunicanti, ha preso il nome di <<Centocamerelle>>. Le pareti presentano un paramento in opera reticolata rivestito di signino su cui ancora si notano i segni dell'acqua.
Probabilmente successivi alla cisterna sono gli altri ambienti: un'aula circolare, interrata fino all'attaccatura della volta, un vano voltato, anch'esso interrato, e un ambulacro a due piani, forse di servizio, che corre lungo il muro perimetrale del parco. I due ambienti voltati sorreggono una terrazza pavimentata in opus spicatum, il cui muro di fondo, in opera reticolata, presenta quattro finestre quadrate che dovevano dar luce a vani posti sotto l'attuale via del Carmine. Davanti ad essi fu successivamente creato l'ambulacro a volta ribassata; ad una fase ancora posteriore si riferisce, invece, il passaggio arcuato in laterizio al lato est della terrazza. La natura di tali resti, databili ai primi due secoli dell'impero, non è ben chiara; probabilmente appartenevano a qualche complesso residenziale che sfruttava, in funzione panoramica, il forte dislivello del terreno.
Nei pressi dell'ingresso meridionale del giardino, nel recinto del Bar, è situata un'altra importante cisterna, la cosiddetta Piscina Lusciano (m. 35 x m. 20), oggi adibita a deposito. Passaggi ad arco ne mettono in comunicazione i vari ambienti, con volte a botte impostate su possenti pilastri cruciformi. La cisterna, in opera mista, è datata alla seconda metà del I sec. d.C.; il suo funzionamento era simile a quello della piscina Cardito, servendo da bacino di smistamento delle acque per i numerosi edifici che si trovavano in zona.
Altri resti sono presenti all'interno della villa, in proprietà privata. Si tratta di ambienti voltati in opera reticolata con pochi ricorsi in laterizio, databili forse alla prima metà del I sec. d.C. Le fondazioni sono scoperte per quasi 3 m., e mostrano chiaramente il dislivello del suolo rispetto al piano antico che saliva verso la chiesa del Carmine.

IMMAGINI DEL SITO

 

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